Come viene creata la vita nei laboratori di FIV?

marzo 10, 2024

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A cura del Comitato editoriale di Reproclinic

Spesso ce lo chiedete durante le consultazioni, ed è normale. Uno dei grandi misteri della riproduzione assistita è come riusciamo a creare la vita nei nostri laboratori; come, utilizzando lo sperma e/o gli ovuli dei nostri pazienti, riusciamo a creare embrioni che vengono poi trasferiti alle future madri.

È un processo meraviglioso attraverso il quale aiutiamo molti pazienti a realizzare il loro sogno di creare una famiglia e, sebbene abbiamo la fortuna di viverlo quotidianamente, comprendiamo perfettamente che vorreste capirlo meglio. Per questo oggi cercheremo di spiegarvelo in modo semplice, affinché possiate conoscere meglio ciò che accade nei nostri laboratori.

Prima di iniziare, è necessario sapere che la fecondazione in vitro (FIV) consiste nell'unione in laboratorio di un ovocita e di uno spermatozoo, con i codici genetici dell'uno e dell'altro che si combinano per dare origine a un embrione. Le cellule di questo embrione si dividono e, dopo cinque giorni di sviluppo, raggiungono lo stadio che chiamiamo blastocisti; a questo punto lo trasferiamo nell'utero della futura madre perché possa impiantarsi.

Ma prima che questo avvenga, c'è un intero processo preliminare, le cui diverse fasi sono descritte in dettaglio qui di seguito:

La prima consiste nello stimolare le ovaie con i farmaci e le dosi più appropriate per ogni paziente, al fine di ottenere il maggior numero possibile di ovuli di buona qualità. La crescita dei follicoli, dove si sviluppano gli ovuli, deve quindi essere monitorata con ecografie periodiche durante tutta questa fase.

Al momento opportuno, il passo successivo è l'estrazione degli ovociti della paziente mediante puntura ovarica ecoguidata: una procedura molto semplice, che richiede una sedazione minima e che non impedisce alla paziente di tornare a casa il giorno stesso.

E ora arriva uno dei nostri momenti preferiti! Una volta analizzato il campione di sperma del partner (o del donatore, se del caso), selezioniamo gli spermatozoi migliori e li mettiamo in contatto con ciascun ovulo, in modo che la fecondazione possa avvenire in modo praticamente naturale, anche se ovviamente in laboratorio. Quando questo processo non si verifica spontaneamente, applichiamo una tecnica chiamata ICSI, che prevede l'introduzione di ogni spermatozoo nell'ovulo mediante una micropipetta, in modo da creare gli embrioni tanto attesi.

Questi embrioni saranno poi lasciati in coltura nel nostro laboratorio per diversi giorni, in modo da poterne monitorare e analizzare lo sviluppo. Non tutti gli ovociti hanno la capacità di essere fecondati e non tutti gli embrioni hanno la capacità di dividersi correttamente e di raggiungere il quinto giorno, lo stadio noto come blastocisti. A questo punto, l'embrione ha già superato due fasi fondamentali del suo sviluppo e può avere il potenziale per diventare incinta. Ma non tutte le blastocisti hanno lo stesso potenziale di impianto, per cui è estremamente importante poter contare su un team di biologi esperti come il nostro, che sappiano selezionare gli embrioni con le caratteristiche migliori.

Poi arriva il momento magico del trasferimento nell'utero della futura mamma e la dolce attesa dell'arrivo del bambino. Senza dimenticare che i restanti embrioni di buona qualità verranno vetrificati in attesa di un altro trattamento, magari per allargare la famiglia...

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